Tale concetto si applica anche per individuare soluzioni che riducano gli effetti delle calamità naturali, che non si possono mai eliminare.
Per individuare le possibili soluzioni vengono utilizzate le CARTE DI RISCHIO che perimetrano aree con differente grado di rischio per un certo evento naturale.
Un livello di rischio è associato esclusivamente al fatto che in un area, in cui si verificano con una certa probabilità determinati eventi, esistano delle attività umane che possono subire un danno più o meno grave in funzioni di vari fattori.
Per quantificare il rischio si adotta la formula di Vanes:
R= P V E
in cui R è il rischio, P è la pericolosità, V è la vulnerabilità dell'area rispetto a quell'evento ed E è la quantificazione del danno rispetto a quell'evento.
Ora ve lo spiego meglio ad uno a uno; come sempre iniziamo dall'inizio e quindi dal primo fattore che è la PERICOLOSITA'
Molti confondono la pericolosità con il rischio ma son due cose differenti. La pericolosità è la probabilità che l'evento calamitoso oggetto di studio accada con una certa intensità, in una certa area ed in un certo periodo di tempo. Il rischio descrive quanto sia rischioso quell'evento per una certa area considerando anche gli effetti che ha l'evento sulla popolazione o sulle attività produttive.
Per esempio vogliamo capire se un certo evento piovoso con una certa intensità possa generare un onda di piena che inondi una certa area e che volume d'acqua ci sia nell'area e a che velocità defluisca.
Per far ciò bisogna individuare l'intensità di pioggia ed in seguito attraverso un modello si va ad individuare l'onda di piena nella sezione oggetto di studio e quindi avere le info cercate. Il calcolo dell'intensità è effettuato con il Tempo di ritorno che esprime il tempo medio in cui l'intensità del fenomeno non sia superato (ho scritto un pezzo al riguardo).
Individuata l'intensità la pericolosità è data dalla seguente:
P=1-(1-(1/T))
Dall'analisi di P emergono le aree perimetrate a seconda del livello di pericolosità.
Ma la carta di pericolosità non basta, una frana ha effetti diversi se avviene in un paese o in campagna, per tener conto di questo si usano gli altri due fattori:
VULNERABILITA' che descrive la fragilità dell'area oggetto di studio ( e delle attività produttive o delle strutture che vi insistono) nei confronti dell'evento. Per la sua quantificazione si usa una scala che va da zero (non vulnerabile) ad 1 (area fragile)
ESPOSIZIONE è il valore dell'elemento a rischio; questo può esser inteso come valore economico o può esser espresso in termini di vite umane.
Dal prodotto dei vari fattori emerge il rischio attraverso cui, avendo una mappa d'insieme del territorio, si potranno operare decisioni di interventi strutturali o non per attenuare le conseguenze degli eventi naturali o operare la decisione, se il rischio è eccessivo, di evitare la costruzione di un impianto in una certa area.
Nessun commento:
Posta un commento