La termovalorizzazione dei rifiuti è un trattamento previsto dal ciclo integrato dei rifiuti ( ho fatto un post al riguardo per rivederlo clicca qui) ed assume una triplice funzione:
- Ricava energia dai rifiuti ( e ciò lo distingue dal semplice incenerimento);
- Riduce il volume complessivo dei rifiuti;
- Stabilizza i rifiuti.
- abbia un buon potere calorifico;
- sviluppi poche ceneri;
- sia poco umido.
Esistono varie tecnologie, ma eventualmente ne parlerò in un post successivo perchè secondo me ciò che allarma la popolazione è soprattutto il trattamento dei fumi ed una parola che fa paura a moltissimi: DIOSSINE.
Gli inquinanti nei fumi degli impianti
Gli inquinanti dei fumi si classificano in microinquinanti e macroinquinanti; la differenza tra i due sta nella concentrazione che porta queste sostanza ad esser inquinanti (è sempre una questione di concentrazione) e nella presenza all'interno dei fumi. Solitamente i macroinquinanti si trovano in concentrazioni di mg/Nmc mentre i microinquinanti in concentrazioni di microgrammi o nanogrammi per normalmetrocubo, e risulta difficile anche rintracciarli.Tra i macroinquinanti troviamo: polveri, acidi gassosi e ossidi; tra i microinquinanti invece: diossine e metalli pesanti.
Analizziamo ora uno a uno i vari inquinanti e le metodologie di trattamento (traquilli due parole giusto per capire).
Polveri. Le polveri sono sostanze prodotte a seguito della combustione, la quantità di queste dipende da numerosi fattori tra i quali vanno citati il tipo di forno usato e la quantità d'aria immessa. Esse possono essere classificate in base alla loro dimensione ed in genere risultano tanto più pericolose quanto sono più piccole. Per la rimozione esistono tre tecniche:
Gas Acidi Sono presenti nei rifiuti sottoforma sia organica che inorganica. Per eliminarli si adotta lo scrubs. Lo scrubs è un cilindro con all'interno del materiale plastico che ha lo scopo di far restare maggiormente a contato il fumo,che va dal basso verso l'alto, con la fase liquida.
Esistono diversi tipi di lavaggio che si classificano in:
- Lavaggio a umido in cui il liquido (latte di calce in genere) è immesso dall'alto verso il basso;
- Lavaggio semisecco in cui il latte di calce è vaporizzato, abbassando meno la temperatura del gas (fattore importantissimo per le diossine)
- Lavaggio secco fatto con ultrasuoni.
Le DIOSSINE sono delle componenti estremamente pericolose; tra i vari tipi di diossine la più pericolosa è il 2378TCDD e per misurare la tossicità degli altri tipi si quantificano in proporzione al più pericoloso.
Questo microinquinante è molto complicato da individuare e si sviluppa quando son presenti cloruri organici ad una temperatura compresa tra 750°C e 250°C . Di conseguenza la fase di raffreddamento dei fumi è molto delicata e bisogna star ben lontani da quel range di temperatura, fortunatamente i filtri a manica eliminano le molecole responsabili della loro formazione.
Come detto prima le diossine sono microinquinanti con uno sviluppo massimo attorno a 500°C; fortunatamente il range di produzione è simile a quello di un macroinquinante l'Ossido di carbino e di conseguenza un utile campanello d'allarme per valutare il possibile sviluppi di diossine è andare a misurare questo macroinquinante.
Il trattamento dei fumi è dunque una catena di trattamenti il cui primo anello è costituita dalla camera di post combustione in cui il fumo ha una temperatura superiore agli 800°C e deve restare per un tempo compreso tra 2 e 6 secondi.
Dopo la camera di post combustione segue un lavaggio a secco o semisecco, quindi un filtro a maniche e a seguito di questo un secondo riscaldamento per i successivo trattamento d'eliminazione degli ossidi, quindi un trattamento finale di lavaggio degli acidi e l'uscita in camino.
E per oggi è tutto gente, alla prossima
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