mercoledì 10 dicembre 2014

E ci porta al mare! L'erosione costiera

Salve a tutti in questa uscita settimanale il mio collega Stefano ci porterà lontano dalla pioggia e dal clima rigido invernale; parlerà infatti di un problema poco conosciuto ma sempre più pericoloso soprattutto per numerose città italiane la cui economia si basa sul turismo costiero: l'erosione costiera.
Quindi mettetevi comodi e godetevi questo pezzo.

L'erosione costiera



Grazie alla sua conformità geografica l’Italia ha centinaia di chilometri di coste da quelle austere, rocciose delle Cinque Terre a quelle sabbiose, della Puglia. In numerosi luoghi, a distanza di pochi decenni, è possibile osservare come il mare divori metri e metri di costa facendo arretrare il fronte di riva. Molti Comuni cercano di dare dinamicità alla loro economia costruendo porti turistici, ex novo, come se il turismo nautico fosse la manna dal cielo; vedasi l’esempio della Toscana, in cui ogni 20 km o anche meno è presente un porto, sia pure di modesta entità. Interventi di questo tipo producono inevitabili squilibri, legati alla modifica delle correnti marine, ma soprattutto incidono sul trasporto netto di sedimenti. Il moto ondoso produce un trasporto di materiali, tanto più cospicuo tanto più è basso il fondale, l’angolo di incidenza con cui il moto ondoso colpisce la costa, determina una componente vettoriale parallela alla riva che caratterizza tale tra
sporto. Ogniqualvolta che l’uomo interviene creando delle barriere fisiche, si producono zone in cui si ha un accumulo di detriti contro zone in cui si ha la rimozione degli stessi.
immagine a
In un tratto di costa in cui sfociano uno o più fiumi, naturalmente si raggiunge un equilibrio tra il materiale rimosso dal mare e quello depositato dal fiume, in modo tale da non avere né un deficit né un surplus di materia; nel momento in cui viene meno la manutenzione dei corsi d’acqua, a monte della foce, dopo molti anni i detriti trasportati dal fiume potrebbero provocare l’interrimento del fondo alveo riducendo la sua pendenza al fondo, limitando significativamente l’apporto di materiali alla foce.
figura b
Risolvere il problema dell’erosione è possibile, ma è un intervento che deve essere programmato e il suo beneficio non è immediato. Tramite la creazione di apposite opere idrauliche, denominate pennelli, le quali possono essere costruite con massi rocciosi o con blocchi artificiali, è possibile ridurre il moto ondoso, in modo da rallentare la velocità di sedimentazione del materiale. La forma di questi pennelli può variare da caso a caso e anche la loro ubicazione, infatti parliamo di pennello quando l’opera si dirama dalla riva verso il mare, possono essere ortogonali o inclinati e generalmente hanno forma trapezia. Possono essere sia emersi che sommersi (a) e (b). Pennelli isolati vengono costruiti raramente, e più spesso si procede alla costruzione di batterie di pennelli (c).

figura c
Esiste un’altra categoria di opere atte al ripascimento costiero, chiamate scogliere parallele o scogliere foranee (d); questo tipo di barriera va prevista quando le mareggiate predominanti hanno uno sviluppo perpendicolare alla riva, quindi i pennelli visti precedentemente non avrebbero modo di opporsi al fenomeno erosivo. 
figura d
Le scogliere foranee vengono costruite decine (o centinaia) di metri a largo, parallelamente alla linea di riva, per uno sviluppo in lunghezza di 80-100 metri, lasciando tra i successivi segmenti aperture per favorire il ricircolo idrico. Nulla vieta di usare allo stesso tempo le opere sopradescritte, questa tecnica prende il nome di opere a pettine, in cui si combinano elementi ortogonali con quelli paralleli alla riva. Quest’ultima tecnica è fortemente invasiva sia dal punto di vista paesaggistico sia dal punto di vista della salubrità acquea. Poiché in definitiva si perimetra un intero specchio acqueo con un ricambio marino pressoché nullo, quindi occorre prevedere divieti di balneazione, allorché siano presenti attività turistico-ricreative. Dopo un certo numero di anni i pennelli saranno completamente inglobati nella nuova spiaggia.

Per una maggiore completezza citiamo anche interventi di riporto di sabbia lungo la costa. Questa tecnica potrebbe in alcuni casi essere solo un rimedio temporaneo, poiché mareggiate di modeste entità potrebbero rimuovere tale apporto.


A presto Stefano

Le immagini sono tratte da:
-Idraulica Marittima, Valerio Milano, Maggioli Editore
-https://www.mosevenezia.eu/wp-content/uploads/2013/10/Aree_0008_ricostruzione-delle-spiagge-litorale-di-Pellestrina.jpg
-http://img.photogallery2.tiscali.it/repository/471/470239.jpg



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