Il MOSE nasce come elemento complementare ad altre opere per salvaguardare il patrimonio culturale di Venezia sempre più colpita dall’acqua alta.
Vorrei sottolineare che questo problema è dovuto in modesta parte all’innalzamento del livello del mare, negli ultimi secoli si è verificato un innalzamento pari a circa di 1mm l’anno, ma riguarda soprattutto il fenomeno della subsidenza (abbassamento del suolo). Complessivamente i due fenomeni hanno fatto abbassare la città lagunare di 23 cm rispetto ai valori dei primi del novecento (il fenomeno infatti è continuo).
Subito dopo l’evento catastrofico del 4 novembre 1966 è stato deciso di costruire una serie di opere volte a proteggere il territorio lagunare.
Così nacque il progetto MOSE costituito da un insieme di paratoie mobili localizzate nelle bocche di porto di Lido, Malamocco e Chioggia cioè le tre bocche che mettono in comunicazione la laguna con il mar Adriatico e da cui hanno accesso le onde di marea.
Funzionamento
Il funzionamento è molto semplice a livello teorico ed è la
sintesi di ciò che è l’ingegneria, “usare l’ingegno per salvare il mondo”.
Le paratie in pratica sono degli scatolari metallici vuote
all’interno connessi a cassoni
d’alloggiamento in calcestruzzo posizionate sul fondo della laguna,
quest’ultimi sono anche ispezionabili.
In condizioni normali di marea gli scatolari sono pieni
d’acqua e rimangono sul fondo adagiati non precludendo in alcun modo il
traffico marittimo.
Quando si prevede una marea superiore ai 110 cm, tale per cui il territorio lagunare
si allaga, le paratoie, con sufficiente anticipo, vengono sollevate vuotando il cassone d’acqua
e riempiendolo con aria, in tal modo galleggia e l’acqua alta non entra.
Elemento importante e critico sono le cerniere che vincolano
la paratoia all’ alloggiamento: rappresentano uno dei componenti tecnologicamente più innovativi e si
compongono di un maschio connesso alle paratoie (altezza 3 m, peso 10 tn); di
una femmina (altezza 1,5 m, peso 24 tn) vincolata agli alloggiamenti e di un
gruppo di aggancio che unisce il maschio e la femmina.
Per assicurare comunque la navigazione durante il funzionamento de MOSE è stata creata una conca di navigazione alla bocca di porto di Malamocco mentre nelle altre due saranno presenti comunque due piccole conche per il ricovero e il passaggio di piccole imbarcazioni.
Le paratoie sono indipendenti tra loro e quindi possono esser messe in funzione tutte e tre oppure in maniera disaccoppiata a seconda delle condizioni di vento o della marea prevista; è possibile inoltre metter in funzione parte di una serie di paratoie per bocca.
I NO-MOSE
Ovviamente esistono anche i NO MOSE che criticano soprattutto l’aspetto economico
e gli eccessivi costi di manutenzione e gli avvenimenti sulla corruzione, ma su questo non voglio trattare perché
non conosco bene la materia ne voglio trattare il problema (e sto usando un
termine politically correct perché non voglio essere volgare).
Voglio invece metter
in evidenza un altro aspetto: l’impatto ambientale dall’opera.
A tal proposito sono emerse due critiche :il rafforzamento del fondale per accogliere la struttura e il ricircolo interno dell’acqua.
A tal proposito sono emerse due critiche :il rafforzamento del fondale per accogliere la struttura e il ricircolo interno dell’acqua.
Iniziamo dalla prima. Per poter poggiare un opera del genere
è stato necessario rinforzare il fondale della laguna con un migliaio di pali
di fondazioni altrimenti l’opera sarebbe sprofondata per via del peso proprio.
Ora un opera per aver un impatto ambientale nullo non va assolutamente fatta . Quindi
la scelta era o gettare i pali di fondazione o continuare a far allagare
Venezia con sempre maggior frequenza; Venezia infatti continua a sprofondare
proprio perché il terreno non è rinforzato. Certo qualche professore aveva
proposto di far risollevare Venezia iniettando acqua nel sottosuolo ma a mio
modesto parere è una soluzione che non da un rendimento accettabile e penso che
possa dar problemi anche alle fondazioni della città.
Per quanto riguarda la seconda critica è un problema
inconsistente. L’opera, quando non funziona è completamente sommersa e quindi
garantisce i ricambio idrico, inoltre può funzionare in maniera disaccoppiata
ed entrerebbe in funzione, isolando in toto la laguna, in casi eccezionali,
considerando poi che in questo caso l’isolamento è temporaneo il problema a
parer mio non sussiste.
Comunque le critiche, pur nel rispetto dell’altro, son ben
accette anche perché possono esser costruttive. Bisogna infatti ricordare che
un progetto non è mai perfetto ma può esser al più ottimo e per realizzare un
opera a regola d’arte bisogna vederla da più punti di vista e ricordare
soprattutto che l’obiettivo dell’opera
preservare Venezia e il territorio lagunare, un gioiello dell’umanità.
Ed infine rimando a qualche sito da cui ho attinto le informazioni:
Le immagini sono state prese dal sito mosevenezia.eu
Un cordiale saluto dal vostro Michael,alla prossima
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