Oggi voglio descrivervi un trucco per ricavare curve di
livello direttamente da google earth. Capita spesso di dover raffittire delle
curve di livello e non si ha a disposizione né un file dem né un file dwg o dxf
con cui operare. Con questa tecnica potete ricavare le curve di livello
raffittite di quanto volete direttamente da SketchUp georeferenziate ed
esportabili in file dwg.
1-Come prima cosa è necessario inserire il tool di
google: clicchiamo dunque con il tasto destro e selezioniamo google.
2-Adesso dobbiamo inserire il luogo desiderato:
Selezioniamo dunque add location e individuiamo la zonacon l’apposita barra di ricerca o
manualmente. Selezionate Select Region e quindi Grab.
Se l’area oggetto di studio è più grande
potete fare più volte questo lavoro.
3-Selezionate dunque Toggle terrain.
Ottenendo un modello del terreno 3D
4-Realizzate
quindi un piano, più grande della zona, e posizionatelo nel punto più basso del
vostro modello. Per muovere il piano basta selezionare il piano selezionare
move prendere la direzione dell’asse blue (asse z) quindi premere shift e
muoversi
5-Adesso selezionate solo la faccia superiore,
cliccate il tasto move poi ctrl, per copiare la superficie, quindi la freccia
su della vostra tastiera, per bloccare la copia sull’asse blu. Fatto ciò
scrivete la distanza dell’offset che desiderate, che corrisponderanno alla
distanza delle curve di livello. Quindi senza toccare altro scrivo 70x per far
ripetere l’operazione 70 volte; il numero da selezionare dovrà esser tale da
coprire completamente il modello.
6-Adesso
dobbiamo fondere modello e piani. Per far ciò selezioniamo tutti i piani quindi
tasto destro crea gruppo e nuovamente tasto destro interseca le facce col
modello
7-Adesso
premendo canc dopo aver selezionato la serie di facce otteniamo le curve di
livello.
8-Adesso facciamo sparire la mappa di google che sta in basso:
seleziono il layer e spengo il layer di google Earth
9-Quindi selezionate file export 3D e scegliete il
formato che più vi piace.
Spero sia tutto chiaro.
Ho realizzato anche un breve video per riassumere tutti i passaggi, perdonate il montaggio pietoso.
(I programmi usati sono Debut video capture per l'acquisizione e window movie maker per il montaggio)
Un cordiale saluto dal vostro Michael alla prossima
Il 16 ottobre è stato
zavorrato l’ultimo cassone di quest’opera il cui nome richiama il personaggio della Bibbia che separò le acque.
In realtà questa è una simpatica coincidenza MOSE infatti indica un acronimo
(MOdulo Sperimentale Elettromeccanico) un po’ meno poetico di quanto ci si
aspetta ma per fortuna le coincidenza salvano anche gli ingegneri. Il MOSE nasce come elemento complementare ad altre opere per
salvaguardare il patrimonio culturale di Venezia sempre più colpita dall’acqua
alta. Vorrei sottolineare che questo problema è dovuto in modesta
parte all’innalzamento del livello del mare, negli ultimi secoli si è
verificato un innalzamento pari a circa di 1mm l’anno, ma riguarda soprattutto
il fenomeno della subsidenza (abbassamento del suolo). Complessivamente i due
fenomeni hanno fatto abbassare la città lagunare di 23 cm rispetto ai valori
dei primi del novecento (il fenomeno infatti è continuo). Subito dopo l’evento catastrofico del 4 novembre 1966 è stato deciso di
costruire una serie di opere volte a
proteggere il territorio lagunare. Così nacque il
progetto MOSE costituito da un insieme di paratoie mobili localizzate
nelle bocche di porto di Lido, Malamocco
e Chioggia cioè le tre bocche che mettono in comunicazione la laguna con il mar
Adriatico e da cui hanno accesso le onde di marea.
Funzionamento
Il funzionamento è molto semplice a livello teorico ed è la
sintesi di ciò che è l’ingegneria, “usare l’ingegno per salvare il mondo”.
Le paratie in pratica sono degli scatolari metallici vuote
all’interno connessi a cassoni
d’alloggiamento in calcestruzzo posizionate sul fondo della laguna,
quest’ultimi sono anche ispezionabili.
In condizioni normali di marea gli scatolari sono pieni
d’acqua e rimangono sul fondo adagiati non precludendo in alcun modo il
traffico marittimo.
Quando si prevede una marea superiore ai 110 cm, tale per cui il territorio lagunare
si allaga, le paratoie, con sufficiente anticipo, vengono sollevate vuotando il cassone d’acqua
e riempiendolo con aria, in tal modo galleggia e l’acqua alta non entra.
Elemento importante e critico sono le cerniere che vincolano
la paratoia all’ alloggiamento: rappresentano uno dei componenti tecnologicamente più innovativi e si
compongono di un maschio connesso alle paratoie (altezza 3 m, peso 10 tn); di
una femmina (altezza 1,5 m, peso 24 tn) vincolata agli alloggiamenti e di un
gruppo di aggancio che unisce il maschio e la femmina.
Per assicurare comunque la navigazione durante il funzionamento de MOSE è stata creata una conca di navigazione alla bocca di porto di Malamocco mentre nelle altre due saranno presenti comunque due piccole conche per il ricovero e il passaggio di piccole imbarcazioni.
Le paratoie sono indipendenti tra loro e quindi possono esser messe in funzione tutte e tre oppure in maniera disaccoppiata a seconda delle condizioni di vento o della marea prevista; è possibile inoltre metter in funzione parte di una serie di paratoie per bocca.
I NO-MOSE
Ovviamente esistono anche i NO MOSE che criticano soprattutto l’aspetto economico
e gli eccessivi costi di manutenzione e gli avvenimenti sulla corruzione, ma su questo non voglio trattare perché
non conosco bene la materia ne voglio trattare il problema (e sto usando un
termine politically correct perché non voglio essere volgare).
Voglio invece metter
in evidenza un altro aspetto: l’impatto ambientale dall’opera.
A tal proposito
sono emerse due critiche :il rafforzamento del fondale per accogliere la
struttura e il ricircolo interno dell’acqua.
Iniziamo dalla prima. Per poter poggiare un opera del genere
è stato necessario rinforzare il fondale della laguna con un migliaio di pali
di fondazioni altrimenti l’opera sarebbe sprofondata per via del peso proprio.
Ora un opera per aver un impatto ambientale nullo non va assolutamente fatta . Quindi
la scelta era o gettare i pali di fondazione o continuare a far allagare
Venezia con sempre maggior frequenza; Venezia infatti continua a sprofondare
proprio perché il terreno non è rinforzato. Certo qualche professore aveva
proposto di far risollevare Venezia iniettando acqua nel sottosuolo ma a mio
modesto parere è una soluzione che non da un rendimento accettabile e penso che
possa dar problemi anche alle fondazioni della città.
Per quanto riguarda la seconda critica è un problema
inconsistente. L’opera, quando non funziona è completamente sommersa e quindi
garantisce i ricambio idrico, inoltre può funzionare in maniera disaccoppiata
ed entrerebbe in funzione, isolando in toto la laguna, in casi eccezionali,
considerando poi che in questo caso l’isolamento è temporaneo il problema a
parer mio non sussiste.
Comunque le critiche, pur nel rispetto dell’altro, son ben
accette anche perché possono esser costruttive. Bisogna infatti ricordare che
un progetto non è mai perfetto ma può esser al più ottimo e per realizzare un
opera a regola d’arte bisogna vederla da più punti di vista e ricordare
soprattutto che l’obiettivo dell’opera
preservare Venezia e il territorio lagunare, un gioiello dell’umanità.
Ed infine rimando a qualche sito da cui ho attinto le informazioni:
Salve a tutti mi chiamo Michael sono uno studente di ingegneria e a dispetto di
quanto si dica in giro gli ingegneri non
funzionano ma vivono.
Ho deciso di aprire questo blog per confrontarmi con l’esterno
e dire la mia su alcuni argomenti del mondo e per approfondire alcune tematiche
che riguardano l’ingegneria civile e più precisamente l’ingegneria idraulica e
ambientale.
Spero di poter realizzare anche degli appunti/tutorial che
riguardano alcuni programmi che vorrei approfondire in primis i software gis da
applicare alla progettazione idraulica e più in generale sulla pianificazione
del territorio.
Non nego che vi saranno alcuni articoli con argomenti off- topic
e mi avvarrò della collaborazione di alcuni miei amici per alcuni pezzi.
Spero di esser costante nella pubblicazione e soprattutto di
non annoiarvi.
Un cordiale saluto dal vostro Michael alla prossima.