sabato 25 ottobre 2014

SketchUp e curve di livello

Oggi voglio descrivervi un trucco per ricavare curve di livello direttamente da google earth. Capita spesso di dover raffittire delle curve di livello e non si ha a disposizione né un file dem né un file dwg o dxf con cui operare. Con questa tecnica potete ricavare le curve di livello raffittite di quanto volete direttamente da SketchUp georeferenziate ed esportabili in file dwg.
1-      Come prima cosa è necessario inserire il tool di google: clicchiamo dunque con il tasto destro e     selezioniamo google.
2-      Adesso dobbiamo inserire il luogo desiderato:
Selezioniamo dunque add location e individuiamo la zona  con l’apposita barra di ricerca o manualmente. Selezionate Select Region e quindi Grab.

Se l’area oggetto di studio è più grande potete fare più volte questo lavoro.






3-     Selezionate dunque Toggle terrain.


Ottenendo un modello del terreno 3D


4- Realizzate quindi un piano, più grande della zona, e posizionatelo nel punto più basso del vostro modello. Per muovere il piano basta selezionare il piano selezionare move prendere la direzione dell’asse blue (asse z) quindi premere shift e muoversi
5-      Adesso selezionate solo la faccia superiore, cliccate il tasto move poi ctrl, per copiare la superficie, quindi la freccia su della vostra tastiera, per bloccare la copia sull’asse blu. Fatto ciò scrivete la distanza dell’offset che desiderate, che corrisponderanno alla distanza delle curve di livello. Quindi senza toccare altro scrivo 70x per far ripetere l’operazione 70 volte; il numero da selezionare dovrà esser tale da coprire completamente il modello.


6-Adesso dobbiamo fondere modello e piani. Per far ciò selezioniamo tutti i piani quindi tasto destro crea gruppo e nuovamente tasto destro interseca le facce col modello





7-Adesso premendo canc dopo aver selezionato la serie di facce otteniamo le curve di livello.


8-Adesso facciamo sparire la mappa di google che sta in basso: seleziono il layer e spengo il layer di google Earth

9-
  Quindi selezionate file export 3D e scegliete il formato che più vi piace.





Spero sia tutto chiaro. 
Ho realizzato anche un breve video per riassumere tutti i passaggi, perdonate il montaggio pietoso.

(I programmi usati sono Debut video capture per l'acquisizione e window movie maker per il montaggio)
Un cordiale saluto dal vostro Michael alla prossima



lunedì 20 ottobre 2014

MOSE : L'ingegneria non è cemento

Il  16 ottobre è stato zavorrato l’ultimo cassone di quest’opera il cui nome richiama il  personaggio della Bibbia che separò le acque. In realtà questa è una simpatica coincidenza MOSE infatti indica un acronimo (MOdulo Sperimentale Elettromeccanico) un po’ meno poetico di quanto ci si aspetta ma per fortuna le coincidenza salvano anche gli ingegneri.
Il MOSE nasce come elemento complementare ad altre opere per salvaguardare il patrimonio culturale di Venezia sempre più colpita dall’acqua alta.
Vorrei sottolineare che questo problema è dovuto in modesta parte all’innalzamento del livello del mare, negli ultimi secoli si è verificato un innalzamento pari a circa di 1mm l’anno, ma riguarda soprattutto il fenomeno della subsidenza (abbassamento del suolo). Complessivamente i due fenomeni hanno fatto abbassare la città lagunare di 23 cm rispetto ai valori dei primi del novecento (il fenomeno infatti è continuo).
Subito dopo l’evento catastrofico del  4 novembre 1966 è stato deciso di costruire  una serie di opere volte a proteggere il territorio lagunare.
Così nacque il  progetto MOSE costituito da un insieme di paratoie mobili localizzate nelle bocche di  porto di Lido, Malamocco e Chioggia cioè le tre bocche che mettono in comunicazione la laguna con il mar Adriatico e da cui hanno accesso le onde di marea.


Funzionamento

Il funzionamento è molto semplice a livello teorico ed è la sintesi di ciò che è l’ingegneria, “usare l’ingegno per salvare il mondo”.
Le paratie in pratica sono degli scatolari metallici vuote all’interno  connessi a cassoni d’alloggiamento in calcestruzzo posizionate sul fondo della laguna, quest’ultimi sono anche ispezionabili.
In condizioni normali di marea gli scatolari sono pieni d’acqua e rimangono sul fondo adagiati non precludendo in alcun modo il traffico marittimo.
Quando si prevede una marea superiore ai  110 cm, tale per cui il territorio lagunare si allaga, le paratoie, con sufficiente anticipo,  vengono sollevate vuotando il cassone d’acqua e riempiendolo con aria, in tal modo galleggia e l’acqua alta non entra.


Elemento importante e critico sono le cerniere che vincolano la paratoia all’ alloggiamento: rappresentano uno dei componenti tecnologicamente più innovativi e si compongono di un maschio connesso alle paratoie (altezza 3 m, peso 10 tn); di una femmina (altezza 1,5 m, peso 24 tn) vincolata agli alloggiamenti e di un gruppo di aggancio che unisce il maschio e la femmina.

Per assicurare comunque la navigazione durante il funzionamento de MOSE è stata creata una conca di navigazione alla bocca di porto di Malamocco mentre nelle altre due saranno presenti comunque due piccole conche per il ricovero e il passaggio di piccole imbarcazioni.
Le paratoie sono indipendenti tra loro e quindi possono esser messe in funzione tutte e tre oppure in maniera disaccoppiata a seconda delle condizioni di vento o della marea prevista; è possibile inoltre metter in funzione parte di una serie di paratoie per bocca.

I NO-MOSE

Ovviamente esistono anche i NO MOSE  che criticano soprattutto l’aspetto economico e gli eccessivi costi di manutenzione e gli avvenimenti sulla corruzione, ma su questo non voglio trattare perché non conosco bene la materia ne voglio trattare il problema (e sto usando un termine politically correct perché non voglio essere volgare).
Voglio invece  metter in evidenza un altro aspetto: l’impatto ambientale dall’opera.
A tal proposito sono emerse due critiche :il rafforzamento del fondale per accogliere la struttura e il ricircolo interno dell’acqua.
Iniziamo dalla prima. Per poter poggiare un opera del genere è stato necessario rinforzare il fondale della laguna con un migliaio di pali di fondazioni altrimenti l’opera sarebbe sprofondata per via del peso proprio. Ora un opera per aver un impatto ambientale nullo non va assolutamente fatta . Quindi la scelta era o gettare i pali di fondazione o continuare a far allagare Venezia con sempre maggior frequenza; Venezia infatti continua a sprofondare proprio perché il terreno non è rinforzato. Certo qualche professore aveva proposto di far risollevare Venezia iniettando acqua nel sottosuolo ma a mio modesto parere è una soluzione che non da un rendimento accettabile e penso che possa dar problemi anche alle fondazioni della città.
Per quanto riguarda la seconda critica è un problema inconsistente. L’opera, quando non funziona è completamente sommersa e quindi garantisce i ricambio idrico, inoltre può funzionare in maniera disaccoppiata ed entrerebbe in funzione, isolando in toto la laguna, in casi eccezionali, considerando poi che in questo caso l’isolamento è temporaneo il problema a parer mio non sussiste.

Comunque le critiche, pur nel rispetto dell’altro, son ben accette anche perché possono esser costruttive. Bisogna infatti ricordare che un progetto non è mai perfetto ma può esser al più ottimo e per realizzare un opera a regola d’arte bisogna vederla da più punti di vista e ricordare soprattutto che  l’obiettivo dell’opera preservare Venezia e il territorio lagunare, un gioiello dell’umanità.

Ed infine rimando a qualche sito da cui ho attinto le informazioni:
https://www.mosevenezia.eu/

Le immagini sono state prese dal sito mosevenezia.eu

Dite la vostra:cosa ne pensate voi del MOSE?
Un cordiale saluto dal vostro Michael,alla prossima

sabato 18 ottobre 2014

Eccomi

Salve a tutti mi chiamo Michael sono  uno studente di ingegneria e a dispetto di quanto si dica in giro gli ingegneri  non funzionano ma vivono.

Ho deciso di aprire questo blog per confrontarmi con l’esterno e dire la mia su alcuni argomenti del mondo e per approfondire alcune tematiche che riguardano l’ingegneria civile e più precisamente l’ingegneria idraulica e ambientale.

Spero di poter realizzare anche degli appunti/tutorial che riguardano alcuni programmi che vorrei approfondire in primis i software gis da applicare alla progettazione idraulica e più in generale sulla pianificazione del territorio.

Non nego che vi saranno alcuni articoli con argomenti  off- topic  e mi avvarrò della collaborazione di alcuni miei amici per alcuni pezzi.
Spero di esser costante nella pubblicazione e soprattutto di non annoiarvi.


Un cordiale saluto dal vostro Michael alla prossima.